Il Museo
Uno dei più antichi musei pubblici d'Europa
La storia del Museo Archeologico è intrecciata con la storia di Venezia e con il rapporto della città con l’Antico.
Un legame intessuto fin dalle origini della Serenissima, che si può riassumere in una costante ricerca di legittimazione attraverso i resti di un passato che Venezia non poteva esibire se non attraverso manufatti che provenivano da altri luoghi.
I contatti militari, politici e commerciali con la Grecia e l’intero Mediterraneo consentirono l’arrivo di spolia illustri per i monumenti pubblici di Piazza San Marco nonché la nascita di un mercato antiquario di alto livello e di numerose raccolte antiquarie.
Queste ultime, nel loro insieme, raccontano un particolare aspetto della vita culturale, economica, sociale e politica della città.
Alla fine del Cinquecento, la donazione alla Repubblica della collezione di scultura antica di Giovanni Grimani, una delle più celebri di Venezia, determina la nascita dello Statuario della Serenissima che verrà ospitato nel vestibolo della Libreria di San Marco, trasformando una raccolta privata in un vanto pubblico.
Benché nel corso della sua storia il museo sia stato spostato più volte, Piazza San Marco ne è sempre stata la sede.
Il Luogo
Nel cuore della città nobilissima et singolare
Dal 1926, il Museo Archeologico è collocato nella parte iniziale delle Procuratie Nuove, che occupano l’intero lato meridionale di Piazza San Marco, e in particolare nella parte realizzata, dal 1582, da Vincenzo Scamozzi che poté completare solo le prime dieci arcate.
Il complesso, destinato a residenze dei Procuratori, era originariamente suddiviso in appartamenti con ampie sale di rappresentanza, affacciate su piazza San Marco, e ambienti di dimensioni più modeste sul fronte sud, affacciati sugli attuali giardinetti reali.
A partire del 1807, tramontata la Serenissima, l’intero edificio fu trasformato nel Palazzo Reale di Venezia, adattandolo alle esigenze dei nuovi governanti.
Alle diverse fasi di Palazzo Reale appartengono ancora alcune delle decorazioni dei soffitti.
L’affaccio delle sale del Museo Archeologico istituisce una relazione visiva a scala urbana con la piazza e, sul lato opposto, con il bacino di San Marco.