Dominae e moda: Vibia Sabina, Augusta e consorte di Adriano

Al termine del principato di Traiano, non avendo egli alcun erede, si pose urgente il problema della successione.

Secondo alcune fonti, in questo frangente si sarebbe rivelata decisiva la moglie Plotina, che favorì l’ascesa al trono del figlio di un cugino dell’imperatore: Adriano.

Il nuovo princeps si sarebbe distinto dal predecessore per aver interrotto la politica di espansione dell’impero, in favore di una strategia più conservativa, ma è soprattutto famoso per le frequenti visite alle province imperiali e per aver promosso l’edilizia pubblica e le arti. Ad accompagnarlo c’era, ovviamente, anche la moglie Vibia Sabina.

Nata intorno all’85 d.C., Sabina era figlia di Matidia Maggiore e Lucio Vibio, quindi nipote della sorella di Traiano, Marciana. Non a caso, alla morte dell’imperatore, ne aveva ereditato i beni, che si aggiungevano alle fabbriche di laterizi di sua proprietà. Tale fattore aveva spinto Plotina a favorire nel 100 d.C. la celebrazione del matrimonio tra Adriano e Sabina che, ufficialmente, ricevette il titolo di Augusta intorno al 128 d.C., nonostante, secondo alcune fonti provinciali, sia possibile che lo avesse ottenuto già qualche anno prima.

Sebbene la propaganda imperiale abbia presentato un’immagine dei coniugi votata alla concordia e Sabina fosse celebrata come matrona ideale, ci sono fonti che riportano il pessimo rapporto di quest’ultima con Adriano.

Secondo l’Historia Augusta, ad esempio, il princeps riteneva la moglie insopportabile e l’avrebbe ripudiata se solo fosse stato un privato cittadino, mentre Zonara riporta come Sabina abbia volontariamente evitato gravidanze.

D’altra parte, non abbiamo notizie sull’atteggiamento tenuto da Sabina in merito alla relazione tra Adriano e Antinoo, sebbene la divinizzazione del giovane dopo la morte fosse avvenuta quando l’imperatrice era ancora in vita.

Al di là dei pettegolezzi, l’Augusta svolse il suo ruolo di consorte imperiale non solo durante i viaggi nelle province (in particolare quelle orientali) ma, tramite il rango che le competeva, facendo anche costruire un edificio dedicato alle matrone romane e dando vita ad un loro ordine, posto sotto la sua protezione.

Da un punto di vista politico, al contrario di quanto comunicato dalla propaganda ufficiale, Sabina forse non appoggiava totalmente le decisioni del marito: un caso su tutti è l’adozione da parte di Adriano, intorno al 136 d.C., di Lucio Ceionio Commodo come primo possibile successore. Secondo alcune ipotesi, egli potrebbe essere stato figlio naturale o amante dell’imperatore, ma, in ogni caso, era malvisto da Sabina, forse per la sua parentela con oppositori di Adriano.

Sabina morì poco dopo, venendo successivamente divinizzata, ma in vita la sua immagine era stata già abbondantemente adottata sulle monete adrianee.

Un esempio è il sesterzio (RIC II/3, n. 2596) in oricalco coniato dopo il 128 d.C. e conservato nel Museo Archeologico di Venezia.

Sul rovescio, accompagnata dalla legenda VENERI GENETRICI SC, vi è raffigurata Venere stante a destra, mentre regge un velo e tiene una mela con la mano sinistra.

Adriano era particolarmente legato a questa divinità, ma è possibile che l’associazione con Sabina fosse dovuta a un’evoluzione del ruolo della donna aristocratica, non più considerata solo uno strumento politico ma anche una compagna di vita vera e propria.

Probabilmente, era una conseguenza dell’affermazione del matrimonio sine manu, in grado di garantire maggiore emancipazione alle donne e di rompere parzialmente lo schema della famiglia patriarcale romana.

Sul diritto la legenda SABINA AVGVSTA HADRIANI AVG PP accompagna il busto diademato e drappeggiato volto a destra della matrona. La raffigurazione di Sabina in età matura esula notevolmente da quelle che si reputano le mode del periodo. Essa desiderava farsi ritrarre con un’acconciatura che rinviasse alla grazia e semplicità delle divinità ellenistiche femminili, allontanandosi dalle articolate acconciature delle dame flavie e traianee.

I tipi ritrattistici di Vibia Sabina sono stati principalmente dedotti dai conî monetali, sebbene gli studiosi ne abbiano ampliato l’iconografia ipotizzando che alcuni altri ritratti fossero legati ai viaggi di Adriano e ad acconciature utilizzate in ambito privato. Quello raffigurato sulla nostra moneta mette, di certo, in evidenza i tratti somatici noti dell’Augusta: occhi grandi, capelli ondulati, mento e naso pronunciati.

D’altro canto, immortala una delle sue pettinature iconiche, fortemente legata all’ideale classico ellenistico ed assimilabile alla figura divina di Giunone.

Al contrario delle composizioni di trecce visibili su altre monete adrianee, questa acconciatura presenta i capelli ondulati di Sabina fermati sopra la fronte da un modesto diadema liscio mentre un piccolo nastro pare circondare il capo e finire legato dietro la nuca. Qui i capelli scendono raccolti ed arrotolati, finendo con le punte piegate all’interno e annodate.

L’immagine di questa Augusta si distingue tutt’oggi per la sua originalità, ma pare non abbia suscitato, tra le donne dell’impero, il desiderio di imitarla.

È singolare, invece, che sia stato lo stile personale del marito Adriano a influenzare i propri discendenti, con un dettaglio inedito per l’iconografia maschile romana: l’uso della barba a mo’ di filosofo greco.

Michele Gatto

Patricia Caprino

Bibliografia

Adembri B., Nicolai R. M. 2007, Vibia Sabina. Da Augusta a Diva, Catalogo della Mostra (Tivoli, 16 giugno-4 novembre 2007).

Carandini A. 1965, s.v. Sabina, in Enciclopedia dell’Arte Antica, Roma, pp. 1048-50.

Carandini A. 1969, Vibia Sabina. Funzione politica, iconografia e il problema del classicismo adrianeo, Serie Studi, Accademia toscana di scienze e lettere “La Colombaria”, 13.

Cenerini F. 2014, Dive e donne. Mogli, madri, figlie e sorelle degli imperatori romani da Augusto a Commodo, Imola.

D’Ambra E. 2015, Elite and Mass Appeal of Roman Imperial Female Portraiture: The Case of Vibia Sabina, in ActaAArtHist 28, pp. 47–54.

RIC II/3 = R.A. Abdy, M. Amandry, P.F. Mittag, From AD 117-138: Hadrian, London, 2019.

Roman Y. 2011, Adriano, Roma.

Scrivi un commento

Tutti i giorni 10:00 - 18:00
Chiuso 1 gennaio e 25 dicembre

Piazza S. Marco 17 - Venezia Italia
Ingresso dal Museo Correr