Libreria sansoviniana

Storie di Piazza San Marco

Divinità pagane nel cuore di Venezia

Il racconto mitologico per immagini, in cicli decorativi monumentali di complessa struttura narrativa, esordì nell’arte veneziana durante il quarto decennio del Cinquecento, in ritardo rispetto a Roma e ad altri centri italiani. La celebre Libreria Sansoviniana offre la prima testimonianza dell’uso su larga scala delle immagini degli dei ed eroi greci in un monumento pubblico. Storie di Piazza San Marco vi parlerà di miti classici come spia a Venezia di questo «nuovo corso dell’architettura monumentale e delle modalità di autorappresentazione della Repubblica».

La storia della costruzione della Libreria Marciana è piuttosto travagliata. Eretta in due fasi, le prime sedici arcate (1537-1556) furono opera di Jacopo Sansovino, mentre Vincenzo Scamozzi completò le ultime sette (1582-1588) fino all’ala verso il molo. L’edificio era destinato alla doppia funzione di ospitare la biblioteca del cardinal Bessarione, donata alla Repubblica nel 1468, ed essere la sede della magistratura più importante dello Stato veneziano. I committenti della fabbrica furono infatti i Procuratori Vettore Grimani, Antonio Cappello e Giovanni da Legge. Il progetto di Sansovino costituì un’innovazione senza precedenti nell’architettura veneziana, che segnò il passaggio dalla tradizione quattrocentesca dei Lombardo alle forme classiche del Rinascimento maturo, già in uso da tempo nei centri artistici italiani più avanzati. La costruzione della Libreria si inseriva, inoltre, nel processo di riqualificazione urbana della Piazza: la renovatio urbis voluta dal doge Andrea Gritti (1523-1538).

Le immagini mitologiche non erano una novità assoluta a Venezia. Ercole e le sue fatiche comparivano, per esempio, sulla facciata della Basilica di San Marco, dove però il contesto ne «esaltava la dimensione allegorica, relegando il contenuto mitico in secondo piano». La vera novità della Libreria sta nell’uso su larga scala di tali immagini in contesto pubblico. I monumenti che posero il mondo degli dei e degli eroi pagani al centro della celebrazione dello Stato nel cuore della città furono, infatti, la Loggetta del Campanile (1535-1542) – ancora in forma di pochi quadri allegorici – e la Libreria. L’estensore del programma figurativo di quest’ultima resta anonimo; forse Sansovino stesso, probabilmente i committenti, Vettore Grimani in particolare, e forse personaggi influenti vicini al doge Gritti, come Pietro Bembo allora storiografo della Repubblica e bibliotecario della Marciana.

La facciata dell’edificio presenta due ordini, ionico al primo piano e dorico al piano terra. Al primo piano Vittorie alate ornano i pennacchi degli archi e figure di Muse gli intradossi; al piano terra arcate con decorazione a grottesche si alternano ad arcate dedicate a dèi classici ed episodi mitici. Quelle a soggetto mitologico seguono uno schema compositivo costante: la testa del dio nella chiave d’arco, personificazioni di fiumi nei pennacchi, la figura intera della divinità nell’intradosso centrale e due rilievi con episodi mitologici ai lati, un pannello minore, di solito con una figura distesa, sopra l’imposta d’arco.

La teoria di rilievi compone una storia del mondo basata sulle Metamorfosi di Ovidio e su altre fonti antiche. Nella parte iniziale la narrazione procede in ordine cronologico, dal lato vicino al campanile verso il molo. Il primo arco mostra Fanete circondato dalla fascia dello zodiaco; i due rilievi mettono in scena il mito della creazione dell’uomo da parte di Prometeo e l’adorazione del fuoco sottratto agli dei. I due archi seguenti sono dedicati a Saturno, prima generazione divina, e a Giove, con la rappresentazione della caduta dei Giganti e di Fetonte, allusioni alla punizione della superbia e alla giustizia divina di cui è garante il padre degli dei olimpici. Il richiamo al tema della giustizia, da sempre elemento importante del mito di Venezia, suggerisce di interpretare i rilievi dell’arco di Giove come un’allegoria del buon governo. Le arcate successive abbandonano la narrazione cronologica e, con una serie di miti legati alle principali divinità del pantheon classico, illustrano temi e valori generici: Venere dispensatrice di grazia e bellezza, Mercurio simbolo dell’eloquenza e del commercio, Minerva della sapienza, Nettuno signore dei mari, Apollo dio della musica, metafora dell’armonia universale che «trova applicazione naturale negli ordinamenti e nelle istituzioni della Serenissima».

Il programma figurativo della Libreria, dopo aver percorso la storia del mondo delle origini, sottolinea quindi la grandezza presente di Venezia e delle sue istituzioni. La raffigurazione del mito per la contesa dell’Attica nell’arco di Minerva diviene, ad esempio, occasione per celebrare le glorie ultramarine della Serenissima. E benché l’episodio veda il dio del mare perdente, Nettuno evoca qui la vocazione marittima di Venezia. Il tema del dominio del mare ritorna anche nell’arco di Cerere, nell’ala scamozziana della Libreria verso il molo, dove è rappresentata la tragica storia di Frisso ed Elle, da cui il nome Ellesponto al tratto di mare che i veneziani percorrevano da secoli per raggiungere Costantinopoli. Nell’arco di Apollo, infine, la vicenda dell’insensata sfida di Marsia al dio della musica diviene immagine del buon governo e riflesso della giustizia della magistratura che nell’edificio aveva sede. «Come Apollo è fonte dell’armonia che governa il cosmo, così la perfezione del governo della Serenissima discende dalla concordia mirabile delle sue magistrature». Ricordiamo che il governo di Venezia si fondava su un delicato sistema di pesi e contrappesi e che, alla glorificazione del singolo, si preferiva l’esaltazione delle virtù dello Stato.

Potrete scoprire altre interpretazioni dei miti classici dei sottarchi della Libreria il prossimo 22 settembre durante un nuovo incontro del ciclo Storie di Piazza San Marco nel cortile del Museo Archeologico Nazionale di Venezia. Accoglieremo il professor Luigi Sperti dell’Università Ca’ Foscari, che alla lettura dei rilievi della biblioteca nel contesto della Piazza ha dedicato alcuni significativi saggi.

MDP
Per citazioni e approfondimenti:
L. Sperti, Temi ovidiani nella Libreria Sansoviniana a Venezia, in “Eidola. International Journal of Classical History” 8, 2011, pp. 155-178; L. Sperti, Cicli mitologici monumentali nel Rinascimento veneziano: ancora sui rilievi della Libreria Sansoviniana, in “Eidola. International Journal of Classical History” 15, 2018, pp. 131-143; L. Sperti, Musica e mito nell’arte veneziana del Cinquecento: i rilievi di Apollo e Marsia e di Mida nella Libreria Sansoviniana, in “Mare Internum” 11, 2019; W. Wolters, Piazza San Marco a Venezia, Verona 2018, pp. 73-84.

Giovedì 22 settembre, ore 18.30
Piazzetta San Marco, 17
L. Sperti – Miti classici nei rilievi della Libreria Sansoviniana
Prenotazioni allo 041 29 67 663

Foto credits: Luca Trolese

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